Bisogna partire da un disastro e poi dalla rinascita seguendo strade in discesa e in salita.
Per noi che facciamo turismo è una tappa necessaria per conoscere un’anima diversa della Sicilia, quella che non nasce a vocazione turistica, ma che lo diventa, quasi a suo malgrado.
Sicuramente un luogo con una storia ben diversa da San Vito Lo capo.
Gibellina è due città.
Quella ricostruita dopo la distruzione del terremoto del Belìce del 1968, a 20 km dalla fondazione originaria.
Quella che è oggi una delle più grandi manifestazioni di arte contemporanea a cielo aperto con i suoi 80 mila mq: il Cretto di Burri.
Va visitato prima il Cretto di Burri o Gibellina Città?
Cosa racconta meglio la sua identità?
È impossibile rispondere, certo è che una senza l’altra perde di significato.
Lo precisiamo perché spesso il Cretto, quella gigantesca colata di cemento progettata da Alberto Burri che riprende la struttura della città antica, è meta di turisti che dà li passano e in “città” non mettono piede.
Oggi però Gibellina è un museo a cielo aperto, costellato di opere d’arte contemporanea e costituito da architetture postmoderne.
I contrasti, i paradossi, sono numerosi e non è facile non sentirsi in parte disorientati quando si percorre la strada principale.
Perfino la Chiesa Madre, destabilizza con le sue geometrie.
Progettata da Ludovico Quaroni è una vera novità per l’architettura religiosa in Italia e nel mondo.
Le varie funzioni sono raccolte e distribuite all’interno di un parallelepipedo, diviso in moduli e sottomoduli, mentre il centro simbolico e geometrico del monumento è una grande sfera liscia.
Qualcuno direbbe che Gibellina non ha identità, noi crediamo che la sua identità sia in divenire, così forte da essere radicata nel futuro.
Così, guardando al futuro Ludovico Corrao, sindaco negli anni ‘70 e poi negli anni ‘90, ha chiamato all’appello artisti e architetti nell’opera di ricostruzione culturale di Gibellina.
Corrao non era solo un sindaco o un politico (è stato senatore e parlamentare), è stato un avvocato coraggioso, contro una Sicilia maschilista e medievale e col caso Franca Viola, di cui fu legale, ha permesso all’Italia di sbarazzarsi del delitto d’onore.
Per conoscere la storia e i cambiamenti di Gibellina e anche della figura, oggi quasi mitologica di Ludovico Corrao, ucciso brutalmente nel 2011, è necessario fare tappa alla Fondazione Orestiadi.
La Fondazione ha sede nel complesso del Baglio di Stefano, esempio delle tipiche masserie delle campagne trapanesi, è stata ricostruita a seguito del sisma del ‘68. Un luogo in cui il tempo si ferma e al tempo stesso scorre travolgente grazie a diverse manifestazioni artistiche.
Al suo interno, il Museo delle Trame Mediterranee, seleziona e mostra opere e manufatti, che sono la materializzazione di diversi linguaggi artistici ma anche di manifestazioni della vita che vanno dal simbolico all’abbigliamento quotidiano.
Il Granaio accoglie la collezione d’arte contemporanea della Fondazione Orestiadi: le opere documentano la permanenza degli artisti a Gibellina e il loro contributo per il progetto di ricostruzione della città.
Sono in mostra, tra le altre testimonianze artistiche, le macchine spettacolari di Arnaldo Pomodoro, le opere degli artisti della Transavanguardia italiana (Paladino, Cucchi, Germanà), di quelli di Forma Uno (Consagra, Accardi, Dorazio, Turcato).
Agli appassionati d’arte e storia i nomi Beuys, Matta, Scialoja, Corpora, Isgrò, Schifano, Angeli, Boero, Alighiero Boetti, Longobardi, Nanda Vigo, Nunzio, Bob Wilson, Rotella, Crescenzio Berlingeri, faranno battere il cuore.
Spettacolare ed emozionante, nel cortile di fronte il Granaio, la Montagna di sale di Mimmo Paladino realizzata nel 1990.
Sempre all’esterno della fondazione si trovano le opere di Cucchi, Consagra, Cuschera, Romano, Long e Briggs.
Durante tutta l’estate, con il Festival “Orestiadi”, Gibellina anima la scena culturale della provincia con incontri letterari, mostre, talk, teatro e molto altro.
LA RINASCITA DEL MAC
Riaperto dopo diversi anni e una importante opera di rinnovamento, il Mac Museo Civico d’arte contemporanea è un bellissimo nucleo formato da 8 sezioni dove sono esposte 400 delle 2mila opere che vanno dal Futurismo ai nostri giorni.
Solo per citarne alcuni: il ciclo della Natura di Mario Schifano con le 10 grandi tele dipinte a Gibellina e ancora, le opere di Guttuso, Accardi, Boero, Rotelli, Paladino, Christo e molti altri.
Per gli appassionati di fotografia, la collezione fotografica è una delle sale imperdibili con scatti che narrano una Sicilia perduta e ritratti di un pezzo di storia e di territorio difficili da “catturare”.
Fino al 30 settembre 2022 è in mostra anche “Frida Kahlo, ritratto di una vita”, allestita con circa 150 fotografie originali che raccontano la vita, l’arte, le amicizie, gli amori e le vicende storiche di Frida Kahlo, una delle più importanti pittrici dell’arte del ‘900.
IL VINO CHE RACCONTA AL MONDO
Da sempre a vocazione agricola, dove sono mancati i trampolini di lancio per il turismo, Gibellina racconta la sua identità anche tramite il vino.
Noi che siamo dei veri e propri enoturisti, ci siamo appassionati alla storia di Tenute Orestiadi, la “cantina sociale” del territorio, oggi una vera e propria eccellenza del settore vitivinicolo.
Nata nel 2008 con forza e appassionante impegno dei viticoltori locali, narra il legame tra terra e arte con etichette innovative con radici ben salde nel territorio.
Un terroir composito e vitigni autoctoni diversi vinificati con grande sapienza e lungimiranza.
Tenute Orestiadi offre oggi diverse esperienze di degustazione a chi desidera scoprire i vini e farlo anche in abbinamento ai prodotti locali d’eccellenza.
Divertenti i percorsi in abbinamento con le opere presenti in città.
Siamo stati felici di raccontarvi una tappa inedita, a circa un’ora di percorrenza da San Vito Lo Capo. Non ci siamo soffermati sulle altre località da visitare nei dintorni, ma saremo felici di consigliarvi l’itinerario giusto e qualche altra tappa gastronomica imperdibile!